BE B.R.A.V.E.
Giovanni Bonotto tra gli ospiti d'onore del XXIX Meeting dei Giovani Imprenditori del Nord Est
14 marzo 2016
BE B.R.A.V.E.
12 marzo 2016, Teatro Sociale di Trento.
"Be B.R.A.V.E." vuole essere un'esortazione ad affrontare con determinazione la Quarta rivoluzione industriale, che sta modificando in maniera sostanziale il sistema economico e sociale nel quale operano le imprese, attraverso un'attenzione a tutte queste tematiche.
Sabato 12 marzo, presso il Teatro Sociale di Trento, si è tenuto il XXIX meeting dei Giovani Imprenditori del Nord Est. Fra le voci autorevoli che sono intervenute, Giovanni Bonotto, direttore artistico della Bonotto Spa, è stato invitato come ospite d'onore per portare ad esempio il suo concetto rivoluzionario: un nuovo modo di fare impresa da lui denominato "Fabbrica Lenta", un manifesto contro la standardizzazione industriale e la produzione in serie a basso costo, allo scopo di rivalutare un aspetto del DNA manifatturiero italiano, che è l’eccellenza della bottega rinascimentale.
«Per battere la crisi non bisogna produrre di più, ma meno e meglio, riscoprendo la cultura delle mani» è il modus operandi che l'imprenditore porta avanti ormai dal 2007 e che gli è valso, nel 2013, il premio Masi per la cultura d'impresa.
"Be B.R.A.V.E." vuole essere un'esortazione ad affrontare con determinazione la Quarta rivoluzione industriale, che sta modificando in maniera sostanziale il sistema economico e sociale nel quale operano le imprese, attraverso un'attenzione a tutte queste tematiche.
Sabato 12 marzo, presso il Teatro Sociale di Trento, si è tenuto il XXIX meeting dei Giovani Imprenditori del Nord Est. Fra le voci autorevoli che sono intervenute, Giovanni Bonotto, direttore artistico della Bonotto Spa, è stato invitato come ospite d'onore per portare ad esempio il suo concetto rivoluzionario: un nuovo modo di fare impresa da lui denominato "Fabbrica Lenta", un manifesto contro la standardizzazione industriale e la produzione in serie a basso costo, allo scopo di rivalutare un aspetto del DNA manifatturiero italiano, che è l’eccellenza della bottega rinascimentale.
«Per battere la crisi non bisogna produrre di più, ma meno e meglio, riscoprendo la cultura delle mani» è il modus operandi che l'imprenditore porta avanti ormai dal 2007 e che gli è valso, nel 2013, il premio Masi per la cultura d'impresa.
